Nell'ultima settimana di agosto si è svolta la Sbrinz Route Zurück grazie all'iniziativa del CAI Formazza e del suo eclettico presidente Piero Sormani che con un gruppetto di soci e amici del sodalizio formazzino hanno camminato per quattro giorni lungo la via che porta il nome del formaggio svizzero, ma nella direzione sud-nord.
Piero Sormani, che abbiamo incontrato nella sede CAI, ci dice: "Da tempo pensavo a questa iniziativa che oltre a far rivivere le gesta dei nostri antenati, vuole essere anche un modo per ringraziare gli amici-someggiatori svizzeri che da dodici anni arrivano in Valle Formazza attraverso le montagne". Chiediamo a Piero di saperne di più sulla sua iniziativa.
Con entusiasmo e con lo spirito dell'uomo di montagna apre cuore e mente in un racconto tanto particolareggiato che ascoltandolo pare di rivivere passo dopo passo la camminata con lui e con i suoi amici.
“Mi sembrava doveroso da parte nostra organizzare una camminata a ritroso sulla via dello Sbrinz. Non è escluso che qualcuno abbia già pensato e magari compiuto questo itinerario, ma certamente come CAI siamo stati i primi ad organizzarla e proporla a tutti. Abbiamo pensato di effettuare il trekking la settimana successiva all'arrivo della ormai nota Sbrinz Route a Formazza. Speravo in una più ampia adesione, invece eravamo in otto, ma sono contento lo stesso. Anzi, sotto l'aspetto logistico-organizzativo, come prima uscita, è stato meglio così: le complessità, quando si cammina per tante ore, non mancano e averla percorsa con persone che già conoscevo mi ha facilitato il compito permettendomi di acquisire maggiore esperienza per i prossimi anni”.
Quindi – gli chiediamo - non si è trattato di una esperienza sporadica . . .
“No, no, diventerà un appuntamento annuale” dice Piero e aggiunge: “Trattandosi del percorso di rientro dei Someggiatori, abbiamo pensato di chiamarla Sbrinz Route Zurück , dal tedesco ritorno”.
I “neo someggiatori” formazzini sono partiti da Riale e attraverso il Passo del Gries e del Neufenen hanno raggiunto Ulrichen, prima località nella Valle del Goms e prima tappa delle quattro che li hanno condotti fino a Giswill, Cantone Obwalden nella Svizzera centrale da dove era partita la prima edizione della Sbrinz Route.
“La tappa più significativa e più lunga”, continua Piero nel suo racconto, “è stata la seconda durante la quale abbiamo attraversato il Passo del Grimsel per arrivare a Guttannen. Da qui è partita, il giorno successivo, la terza tappa, quella più caratteristica: alle nove del mattino si sono presentati a noi un saümer con i suoi quattro asinelli e una ragazza per unirsi a noi fino a Meiringen, località dove, fino agli anni '60 del secolo scorso, tanti Formazzini si recavano per la fiera del bestiame.
Così, parafrasando i Musicanti di Brema, ad ogni sosta si sono aggiunte, per camminare con noi, altre persone. In sostanza, siamo partiti in sette e siamo arrivati a Meiringen in venti.
Altra nota di colore è stata quella di trovare un altro someggiatore che anticipandoci sul percorso con il suo pick-up ci attendeva con la fisarmonica per allietarci nel momento di pausa per uno spuntino o anche solo per un bicchiere di vino.
Questi contatti ci hanno dimostrato che eravamo attesi: anche il presidente del turismo di Meiringen, che conosce la Val Formazza, ci ha calorosamente accolti.
Al termine dell'ultima tappa ci attendeva l'amico Daniel Flüher, organizzatore storico della Sbrinz Route, con altri amici saümer per salutarci e contraccambiare l'ospitalità che l'Ossola riserva loro.
Si è trattato di un'esperienza che non si può non ripetere e il fatto che nel nostro gruppo ci fosse anche una guida escursionistica fa ben sperare che l'iniziativa possa avere un seguito: la Valle Formazza offre molto sotto questo aspetto."
Un bel racconto, quello di Piero a cui rivolgiamo un'ultima domanda: Quale è stata la fatica maggiore?
Ci dice: “Forse tenere a bada l'asino!”
Ringraziamo Piero per la sua disponibilità e ci auguriamo che questa esperienza possa segnare l'inizio di un nuovo modo di intendere il turismo con la conseguente nascita di nuove figure professionali e quindi nuova occupazione.
Luigi Framarini (pubblicato con l'autorizzazione dell'autore)